La risposta è molto semplice: SI
DEVE ESSERE CAPACI PERCHÉ È UN MUST.
Poco fa ero su Skype con una mia
amica traduttrice che ora vive in Germania, che mi stava dicendo di non
avercela fatta ieri sera a consegnare in tempo e oggi ha ricevuto una ‘bella’
mail di reclamo dall’agenzia francese. In pratica le hanno detto che non
vogliono più collaborare con lei (era la prima opportunità che le avevano
offerto) perché il cliente finale si è lamentato moltissimo. Era abbattuta, ma
ieri dice che è dovuta uscire con una persona per un incontro già programmato e
non ha fatto in tempo a rispettare la deadline. Ha provato a mediare, ma senza
risultati.
Mi chiedo (e le ho pure detto):
perché ritrovarsi all’ultimo minuto se sappiamo che un’agenzia ci ha dato il tempo
necessario e un testo nemmeno poi così tanto lungo o complesso da tradurre? L’errore
sta nella gestione del lavoro del traduttore. So bene che è scocciante lavorare
la domenica o nelle ore più impensabili, ma se sappiamo o prevediamo che avremo
intoppi (come nel suo caso) e vogliamo consegnare in tempo per mantenere la
collaborazione, allora ci tocca.
Altro
esempio: al Pisa Book Festival 2012 il capo redattore di una nota casa
editrice romana, durante un incontro con i traduttori, raccontò di una
traduzione consegnata dopo SETTIMANE dalla deadline scritta sul
contratto di traduzione, perché ad ogni sollecito inventava una scusa
sempre nuova e poco credibile, provocando un enorme ritardo di
pubblicazione del libro e conseguente danno di immagine all'azienda. Non
è mai stato più contattato dall'editore (e secondo me sono stati anche
troppo buoni), perdendo così una bella opportunità nell'editoria.
Se le scadenze non vengono
rispettate, facciamo una pessima figura
e oltre a rischiare di vederci
cancellare dalla lista di collaboratori di un cliente diretto o agenzia, iniziamo a perdere la reputazione che ci
siamo guadagnati nel tempo e si perde di credibilità. All’inizio nel 2006
quando iniziai a tradurre, ricordo che alla seconda traduzione ricevuta da uno
studio grafico padovano non ce la feci a rispettare la deadline perché ero più
lenta e persi il cliente. Da quel momento ho capito da sola che non sarebbe mai
dovuto più succedere e di lì ho sempre consegnato tutto nei tempi previsti, se
non prima in certi casi.
Giuro che negli anni mi sono
sentita dire in giorni feriali da diverse
persone con le quali collaboravo frasi del tipo ‘per domani non ce la faccio, oggi
voglio andare a giro, è tanto che non vado a fare shopping’, ma ho fatto presto
anche a depennarle. Il nostro mestiere richiede impegno e sacrificio se si vogliono ottenere buoni risultati. A me
è successo di lavorare anche la notte - quando non avevo un figlio - per lavori
veramente corposi e a ritmi serrati, perché la deadline purtroppo era a breve
termine. Sono sempre viva e i clienti me li sono mantenuti. NON DEVE ESSERE LA
REGOLA, ma può succedere e chi esercita questa professione se non vuole vedere
diminuire il suo parco clienti lo deve fare.
Io mi impongo sempre degli orari
giornalieri, ma capita di dover lavorare su un testo anche negli orari serali,
se durante il giorno abbiamo avuto problemi o intoppi familiari o personali
veri (es. visita medica) che non ci hanno consentito di lavorare.
La cosa migliore dunque è riuscire a pianificarsi il lavoro giorno
per giorno: questo l’ho imparato con l’esperienza e serve moltissimo per riuscire a rispettare le scadenze, proprio a
fronte di eventuali imprevisti che nella vita possono capitare. Mai rimandare a
domani quello che puoi fare oggi ;-)
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