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mercoledì 31 luglio 2013

Vari tipi di clienti

Ce ne sono tanti di tipi, ma così tanti che si potrebbe scrivere un libro o quasi.
D'altronde ogni persona è unica nel suo essere e quindi è impossibile saper gestirli tutti. Ma procediamo per ordine, dal caso migliore a quello peggiore (parlo per agenzie, privati o aziende) che un traduttore potrebbe incontrare. Anche se al peggio non c'è mai fine...
C'è quello che ti contatta, gli va benissimo il preventivo che gli fai perchè è una persona che capisce davvero l'impegno, la professionalità e il tempo impiegato dal traduttore per fargli il lavoro, e via...tutto fila liscio, in più ti paga puntualmente entro 30 giorni data fattura.
C'è quello che ti contatta, storge un po' la bocca sul preventivo e ti chiede lo sconto immotivato, cioè perché gli sembra caro, e non perché gli è arrivata magari una pessima traduzione. E noi siamo costretti a spiegare e dare le nostre motivazioni del perché abbiamo applicato tale tariffa anziché un'altra e bla bla bla....però a volte ce la facciamo a negoziare. E il pagamento? Va spesso sollecitato.
Ma se andiamo in un negozio e chiediamo quanto costa un vestito, se ci sembra troppo caro stiamo zitti; lo sconto non lo chiediamo e piuttosto andiamo altrove. Quindi, perchè i traduttori o altri liberi professionisti dovrebbero fare sconti del genere? Chi lo fa seriamente vive di questo mestiere, no? Come i commercianti! Ai negozianti nessuno contesta le tariffe, nonostante la concorrenza esista anche per loro, e dunque il sistema dovrebbe valere anche per noi.
Il traduttore che sembra caro in realtà ha le sue motivazione per applicare una determinata tariffa. Magari ha una maggiore specializzazione in un certo settore, più anni di studio nella traduzione, esperienza pratica di lavoro negli ambiti in cui traduce e via dicendo. Se non che maggiori anni di esperienza proprio come traduttore e vive di traduzioni.
Poi c'è il pignolo, cioè quello che vuole un lavoro perfettissimo e praticamente identico all'originale nel layout (a volte non sempre è possibile, vedi tabelle particolari o colonne, didascalie, decori ecc...) e che anche se gli spieghi in turco che non è possibile per tutta una serie di motivi sembra che tu gli abbia parlato in aramaico e continua per la sua strada, e tu ovviamente gli dici che non si può fare e perdi il lavoro.
Poi c'è l'ansioso, quello che dopo averti dato il lavoro ti chiama almeno 4 volte per chiederti se tutto procede e se hai bisogno di qualcosa. E ancor prima di aver consegnato? Bonifico già fatto!
E c'è quello che tradurre=pizza 24 ore, che ti chiama alle 23:00 o ti manda una richiesta alle 3 la notte via mail e che ti chiede 50 cartelle tra 2 giorni. E il bonifico con molta calma.
Poi c'è quello che dopo un mese che gli hai consegnato il lavoro ti riscrive e ti dice  'mi scusi ma mancano 2 cartelle", poi si accorge che non te le ha mai inviate e pensa che gliele puoi fare gratis perchè ti ha già pagato per quel lavoro.
E infine il tipo che non vuole negoziare e ti vorrebbe imporre le sue tariffe o quelle che fino a quel momento gli avevano accettato altri traduttori.
Insomma, ce ne sono per tutti i gusti e razze. In questi casi la cosa migliore da fare è sempre comunicare e dire le cose chiaramente a fronte delle richieste del cliente, con garbo e cortesia anche se in un primo momento fosse lui/lei fosse titubante, in modo che lui abbia sempre un ricordo piacevole di noi e abbia voglia di ricontattarci per futuri incarichi.




martedì 30 luglio 2013

Rispettare le scadenze è una capacità o un must del traduttore?



La risposta è molto semplice: SI DEVE ESSERE CAPACI PERCHÉ È UN MUST.
Poco fa ero su Skype con una mia amica traduttrice che ora vive in Germania, che mi stava dicendo di non avercela fatta ieri sera a consegnare in tempo e oggi ha ricevuto una ‘bella’ mail di reclamo dall’agenzia francese. In pratica le hanno detto che non vogliono più collaborare con lei (era la prima opportunità che le avevano offerto) perché il cliente finale si è lamentato moltissimo. Era abbattuta, ma ieri dice che è dovuta uscire con una persona per un incontro già programmato e non ha fatto in tempo a rispettare la deadline. Ha provato a mediare, ma senza risultati.

Mi chiedo (e le ho pure detto): perché ritrovarsi all’ultimo minuto se sappiamo che un’agenzia ci ha dato il tempo necessario e un testo nemmeno poi così tanto lungo o complesso da tradurre? L’errore sta nella gestione del lavoro del traduttore. So bene che è scocciante lavorare la domenica o nelle ore più impensabili, ma se sappiamo o prevediamo che avremo intoppi (come nel suo caso) e vogliamo consegnare in tempo per mantenere la collaborazione, allora ci tocca.


Altro esempio: al Pisa Book Festival 2012 il capo redattore di una nota casa editrice romana, durante un incontro con i traduttori, raccontò di una traduzione consegnata dopo SETTIMANE dalla deadline scritta sul contratto di traduzione, perché ad ogni sollecito inventava una scusa sempre nuova e poco credibile, provocando un enorme ritardo di pubblicazione del libro e conseguente danno di immagine all'azienda. Non è mai stato più contattato dall'editore (e secondo me sono stati anche troppo buoni), perdendo così una bella opportunità nell'editoria.


Se le scadenze non vengono rispettate, facciamo una pessima figura e oltre a rischiare di vederci cancellare dalla lista di collaboratori di un cliente diretto o agenzia, iniziamo a perdere la reputazione che ci siamo guadagnati nel tempo e si perde di credibilità. All’inizio nel 2006 quando iniziai a tradurre, ricordo che alla seconda traduzione ricevuta da uno studio grafico padovano non ce la feci a rispettare la deadline perché ero più lenta e persi il cliente. Da quel momento ho capito da sola che non sarebbe mai dovuto più succedere e di lì ho sempre consegnato tutto nei tempi previsti, se non prima in certi casi.
Giuro che negli anni mi sono sentita dire in giorni feriali da diverse persone con le quali collaboravo frasi del tipo ‘per domani non ce la faccio, oggi voglio andare a giro, è tanto che non vado a fare shopping’, ma ho fatto presto anche a depennarle. Il nostro mestiere richiede impegno e sacrificio se si vogliono ottenere buoni risultati. A me è successo di lavorare anche la notte - quando non avevo un figlio - per lavori veramente corposi e a ritmi serrati, perché la deadline purtroppo era a breve termine. Sono sempre viva e i clienti me li sono mantenuti. NON DEVE ESSERE LA REGOLA, ma può succedere e chi esercita questa professione se non vuole vedere diminuire il suo parco clienti lo deve fare.
Io mi impongo sempre degli orari giornalieri, ma capita di dover lavorare su un testo anche negli orari serali, se durante il giorno abbiamo avuto problemi o intoppi familiari o personali veri (es. visita medica) che non ci hanno consentito di lavorare.
La cosa migliore dunque è riuscire a pianificarsi il lavoro giorno per giorno: questo l’ho imparato con l’esperienza e serve moltissimo per riuscire a rispettare le scadenze, proprio a fronte di eventuali imprevisti che nella vita possono capitare. Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi ;-)

lunedì 29 luglio 2013

La revisione: se ci arriva una traduzione-disastro

Quante volte ci è capitato di ricevere un testo già tradotto da altri e subito capire che è quasi interamente da rifare? Per fortuna non sempre avviene, però a me è successo, e credo a qualsiasi persona che di mestiere fa il traduttore e revisiona testi
Un episodio in particolare lo voglio raccontare, perché è stato forse il più eclatante di tutti. Mi chiama un istituto linguistico di cui non faccio nomi per privacy (il che la dice lunga perché uno può essere bravo quanto vuole a fare l'insegnante di lingua, ma non sempre - aggiungerei - ha la competenza/formazione necessaria per eseguire delle valide traduzioni). Come sappiamo, nelle scuole private/pubbliche l'insegnamento delle lingue è a un livello più propedeutico, cioè per comunicare, per districarsi in varie situazioni di tutti i giorni e non orientato a tradurre veramente bene un testo. E non si tratta di possedere la conoscenza linguistica qui, ma di capacità/tecniche traduttive, di fluidità nel discorso, di resa terminologica corretta, di saper mantenere lo stesso significato ecc. ecc...
Quindi tornando a noi, mi dicono che hanno fatto tradurre EN>IT un testo a un'insegnante molto in fretta (???), il testo ha solo bisogno di essere ritoccato qua e là e riletto per eventuali sviste. Argomento: manuale aziendale (strumenti, regolamenti interni, macchinari= tecnico).
Benissimo dico io: mandatemi il testo. Appena apro il file (apparte che il layout era tutto scomposto e non si capiva nulla) tempo 5 minuti di lettura in italiano, mi rendo conto che effettivamente qualcosa non quadrava qua e là, e mi sembrava che mancassero anche dei dati. 
Comunque nel frattempo inizio nella mia mente a formulare un preventivo....però prima di riscrivere all'istituto chiedo anche L'ORIGINALE come da prassi, ma la scuola dice che non me ne sarei fatta di nulla e che non lo trovavano più.... Male, dico io: senza l'originale non posso garantirvi un lavoro degno di un traduttore/revisore per cui o con l'originale o non mi assumo la responsabilità del risultato e dunque non posso accettare il lavoro. Magicamente allora arriva via mail L'ORIGINALE dopo la mia insistenza (quindi l'originale c'era da qualche parte, giusto?!?) e lì arriva il dramma leggendo l'originale e la traduzione inviatami. 
Mi rendo conto dopo mezza pagina che era da rifare all'80%. Errori di concetto, sviste ortografiche pesanti (apostrofi mancanti, gli accapo tutti o quasi sbagliati, virgole/punti e virgola messi un po' a casaccio), errori grossolani di traduzione. Prendo subito il telefono e richiamo la titolare, che a quel punto resta sorpresa e mi dice: 'ma come??? veramente???' facendo finta di cadere dal pero. 
A quel punto però io divento seria e le dico che avendomi inviato l'originale solo perché avevo insistito io, purtroppo visto il disastro che c'era non sarei riuscita a quantificargli quanto le sarebbe costata questa revisione. Lei si è stizzita un po' e ha detto 'ma tutti quelli con cui collaboro mi fanno costi a cartella!' In effetti io lavoro con costo a cartella se vedo subito che un lavoro va solo ritoccato qua e là, previo originale sottomano. Ma lì la faccenda era veramente complicata e le ho detto che non potevo applicarle un costo a cartella, ma orario. Quindi le ho spiegato che non potevo dirle di preciso quanto avrebbe speso alla fine, potevo dirgli più o meno ma non quante ore mi sarebbero servite.
Continuando a non fidarsi, la titolare mi ha chiesto di fargli vedere dove fossero gli errori. Le ho mandato la prima pagina rivista dopo una ventina di minuti e di fronte agli esempi da me inviati (sottolineando gli strafalcioni) solo a quel punto ha capito che aveva a che fare con una persona competente del settore, e anziché arrabbiarsi è stata comprensiva e ha accettato in pratica quello che le avevo proposto. Alla fine le ho dovuto fatturare quasi il triplo del preventivo che avevo stilato all'inizio, perché ho impiegato molte ore a rivedere tutte le 40 pagine. 
Una volta finito il lavoro, mi ha anche ringraziata e in seguito sono stata ricontattata solo per traduzioni direttamente e mai più per revisioni. 
Capita la lezione, hanno deciso di cambiare traduttore :-) ...chissà perché...

Purtroppo in questi casi, non è possibile prevedere quanto il cliente andrà a spendere, o meglio, possiamo dirgli una cifra approssimativa che però sicuramente poi non sarà quella definitiva se il caso è veramente grave. 
L'importante è avvisare sempre per iscritto il cliente e motivare quello che stiamo dicendo, portandogli dati e/o esempi che mettano in risalto la nostra competenza come traduttori. Il cliente apprezza sempre l'onestà e la verità, non dobbiamo peritarci di chiedere quanto a noi dovuto. Dobbiamo spiegare quanto tempo ci occorre per tradurre/revisionare un testo BENE, e se ci servono altri strumenti o oggetti per fare un preventivo adeguato dobbiamo chiederli sempre.
Solo così appariremo professionali e sinceri, trasparenti e acquisteremo punti agli occhi del cliente.

Però ci sono casi in cui il cliente non ci vuol sentire e, anche di fronte all'evidenza, non accetta il nostro preventivo, dicendo che siamo esagerati e che tutti quei soldi lui non li vuole spendere. Beh allora quel cliente non merita la nostra professionalità, perciò è meglio che si rivolga a una persona meno competente, così la sua azienda avrà un manuale pieno di errori, chi lo leggerà non ci capirà quasi niente, mancheranno dati qua e là, cifre...Insomma, spenderà soldi inutili e dopo per forza si dovrà rivolgere a chi ci capisce di più, dovendosi ricredere. Tanto vale contattare subito un traduttore professionista, no?

venerdì 26 luglio 2013

Pisa 28 Settembre 2013 - Corso FARSI CONOSCERE: gli strumenti marketing di base per il traduttore


Ho finito ora di tradurre alcune cartelle di un bilancio aziendale, e ho pensato di scrivere a proposito del prossimo corso che terrò a Pisa. Devo ancora definire la sede e la pausa pranzo, ma il programma è già stato tutto quanto pensato.

Dopo aver seguito quest'anno vari webinar sul marketing del traduttore, mi sono detta 'Perché no...anch'io voglio fare un corso su questo tema interessante, ho gli spunti giusti, gli argomenti e le capacità per farlo'. Tra l'altro in un precedente corso da me frequentato questa tematica era già stata ampiamente trattata (corso di traduzione editoriale) e qualche giorno fa mi sono decisa. Io sono così, magari lavoro, traduco, penso in silenzio da una parte, poi ad un tratto ecco che la scintilla si accende e scatena la creatività.

Questo corso è pensato per aspiranti traduttori o traduttori freelance già operativi che vogliono perfezionare la loro immagine e definire meglio la loro attività. Nella prima parte si vuole rendere più consapevole il traduttore riguardo gli obiettivi del proprio marketing, in particolare fargli capire meglio il suo tipo di mercato, scegliere i potenziali clienti ai quali rivolgersi, porsi traguardi concreti da raggiungere in un certo arco di tempo.

Nel pomeriggio invece vorrei dare ai partecipanti consigli per creare il materiale sulla loro attività e spunti utili alla compilazione di un curriculum mirato ed efficace, sia nel layout sia nel linguaggio, e affrontare la stesura della giusta lettera di presentazione per una maggiore professionalità.

Ai partecipanti è richiesto di inviare una breve lettera di presentazione (non più di 7/8 righe) e un CV in formato word, per analizzare insieme al corso gli errori più salienti.


Ho diviso in due la giornata per 'argomenti', perché la seconda parte post-pranzo deve risultare sempre più 'leggera' e piacevole per riuscire a mantenere comunque alta l'attenzione.


A presto!

giovedì 25 luglio 2013

Le mie traduzioni

Durante questi anni mi è capitato di tradurre un po' di tutto, dalla semplice lettera o certificato fino al manuale tecnico di istruzioni, dal testo per bambini a parti di guide turistiche, dalla cartella clinica al contratto giuridico.
Guardando più da vicino la mia attività, eseguo traduzioni in vari settori. Ho alle spalle una formazione solida (laurea, master, corsi vari, esperienze pratiche) che mi consente di poter lavorare in svariati ambiti, oltre ai linguaggi e conoscenze terminologiche giuste dei vari settori per i quali mi propongo.

Questi i miei settori di lavoro e i vari sottogruppi nei quali ho esperienza:

Traduzioni letterarie: sono specializzata in testi in prosa, racconti, libri per bambini e ragazzi. 
Traduzioni turistiche: menu, brochure congressi ed eventi, guide turistiche, siti web del turismo, schede e hotel booking.
Traduzioni artistiche: saggi, schede di cataloghi, libri, documenti di prestito
Traduzioni tecniche: brevetti per carrelli elevatori, manuali aria condizionata e frigoriferi, schede tecniche pompe idrauliche, pezzi di ricambio, bricolage e giardinaggio, fogli istruzioni, listini di componenti meccanici.
Traduzioni giuridiche: atti di citazione, atti compravendita, contratti internazionali, contratti NDA
(per questo settore svolgo anche il servizio di asseverazione e il servizio di Apostille rispettivamente presso il Tribunale di Pisa e la Procura della Repubblica, e sono disponibile a effettuarlo anche per clienti a distanza, previo accordo invio materiale originale per posta ordinaria e spese di spedizione a carico del richiedente).
Traduzioni mediche: articoli scientifici sul farmaco, riassunto delle caratteristiche del prodotto, foglietto illustrativo, cartelle cliniche, documentazione radiografie ecc...
Traduzioni economiche-finanziarie: bilanci aziendali, presentazioni, lettere preventivi commerciali, lettere import-export.

Inoltre ho una valida formazione nel Business English e le presentazioni aziendali su Power Point.

Il corso di traduzione di testi medico-farmaceutici

Oggi finalmente è arrivato il mio attestato del corso di traduzione di testi medico-farmaceutici dall'Inglese, che ho seguito a Maggio tramite piattaforma on-line di una nota agenzia di traduzioni mediche e scientifiche. Era organizzato molto bene, perché poteva essere seguito quando volevi in modo indipendente, con testi scaricabili e le varie traduzioni testo a fronte in alcuni casi.
Inoltre, dal 6 maggio abbiamo avuto tempo fino a fine mese per poter visualizzare tutte le presentazioni e lavorare sul materiale.

Molto bello e curato come corso. Il modulo 1 verteva sui testi farmaceutici, in particolare tradurre i nomi di componenti chimici, il riassunto delle caratteristiche del prodotto (SoPC- Summary of Product Characteristics), il foglietto illustrativo (patent information leaflet), articolo scientifico sul farmaco (scientific article) ecc..., mentre il modulo 2 era sui testi medici e studi clinici e documenti per il paziente. In più il corso dava 30 punti credito-formativi riconosciuti da AITI e ANITI.

Mi era capitato di tradurre un articolo scientifico sui farmaci per una nota azienda farmaceutica lucchese tempo fa. La traduzione non era stata semplicissima ma me l'ero cavata egregiamente, dunque appena ho avuto la possibilità di seguire un corso sul tema l'ho fatto, restando soddisfatta.

Richieste insolite per preventivi insoliti

Ieri mi è capitata una richiesta di preventivo a dir poco insolita. Un cliente che mi ha chiesto un po' meno di 800 cartelle per la sua azienda per la prima settimana di settembre....Ho cercato di far capire in modo professionale che la richiesta non poteva essere 'esaudita', spiegando che solo Google Translator avrebbe potuto farglielo, ma in modo disastroso. Fortunatamente, dopo un pochino siamo riusciti a mediare con meno della metà della metà delle cartelle che voleva e quindi spero di poter fare il lavoro se mi invierà i testi. Comunque, ovviamente, dovrò farmi aiutare per forza di cose, e se non voglio passare Agosto ad 'affogare' nel lavoro.

Richieste del genere sono la spia di quanto MOLTISSIMI clienti non si rendano affatto conto di che cosa richiedono a noi traduttori. Neanche se lavorassi la notte senza mai o quasi dormire riuscirei da sola a fare un lavoro impecabile per la prima di settembre!!
Tanti pensano che uno fa il traduttore perchè sa le lingue e allora che vuoi che ci voglia a farti magari 300 cartelle in 2 settimane, tanto cosa ci scrivi ci scrivi va bene perchè sai le lingue e la gente basta che capisca...ma dove esiste una roba così? Solo nella mente di chi IGNORA il mestiere del traduttore vero, quello che vive di questo lavoro e che senza i veri clienti fidati (i quali sanno come lui/lei lavori sul serio) non camperebbe altro che d'aria o quasi.

Comunque, nel tempo, ho capito che spiegando con dati e fatti al cliente, si riesce a mediare e a trovare una soluzione, guadagnandosi il lavoro. Quando si raggiunge una capacità del genere dobbiamo essere sempre soddisfatti di noi stessi, perché stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato.

mercoledì 24 luglio 2013

L'esperienza lavorativa a supporto delle conoscenze pregresse nella traduzione

Durante un webinar al quale ho partecipato quest'inverno, si parlava di come l'esperienza lavorativa pratica 'extra-traduzione' può essere un valore aggiunto in certi casi per perfezionare/accrescere le nostre conoscenze linguistiche e terminologiche in qualche settore.
Stavo proprio ripensando alle mie e mi sono detta: adesso scrivo un brevissimo post sul tema.

Per quanto mi riguarda, ho beneficiato di alcune esperienze pratiche per l'inglese e il francese per tradurre. 
Lavorando come front-office e back-office assistant ho perfezionato tutta la terminologia dei contratti/agreements tra T.O. stranieri vari e hotel e del linguaggio del rooming/ristorante e menu alla carta.
Ma anche di richieste di booking sui portali web ecc..Per non parlare dei termini di fatture e ricevute fiscali, o burocratici dei preventivi, invio reclami e solleciti. 
Quando invece lavoravo come assistente di direzione, ho letto e tradotto Business Plans, contratti NDA, richieste di acquisto varie, tradotto lettere formali da inviare fuori Italia.
Durante l'esperienza di assistente al coordinatore delle imprese di un Master di Alta Formazione qui a Pisa, ho tradotto testi vari per siti web di formazione, creato in EN presentazioni in Power Point su corsi di Management e Innovazione, Ingegneria dei Servizi e acquisito i concetti più salienti dei settori.
Infine, studiando all'università i testi sulla linguistica (intesa come lo studio scientifico di una lingua) che erano tutti o quasi in inglese, per forza di cose ho dovuto imparare nuove terminologie e concetti settoriali. 

Perciò, in ogni situazione lavorativa 'pratica', bisognerebbe cercare di capire quali potrebbero essere le cose da approfondire maggiormente per poterne trarre un vantaggio in termini di conoscenza e riutilizzarle nel contesto giusto di traduzione.

lunedì 22 luglio 2013

Alcune nozioni IT>EN dei bilanci aziendali



Circa un mese e mezzo fa ho tradotto dei bilanci aziendale per un cliente, l’azienda collabora e stipula contratti di vario genere con gli Emirati Arabi. Mi ha chiesto di tradurgli 3 bilanci degli anni passati nella combinazione IT>EN. Avendo fatto un corso di Business English che prevedeva una parte di traduzione anche passiva di testi sulla comunicazione finanziaria (relativi agli stakeholders, annual reports, bilancio finanziario, informative ecc..) ho provveduto a fare il lavoro. 

Il bilancio aziendale, per chi non ne avesse mai visto o tradotto uno, è così composto: la prima parte del Financial Statement contiene tutti i dati identificativi e fiscali dell’azienda con la situazione economico-patrimoniale. Cito qui i termini più importanti tradotti: Stato Patrimoniale Attivo/Passivo (Balance Sheet Assets/Liabilities), immobilizzazioni materiali e immateriali (Tangible/Intangible Assets), immobilizzazioni finanziarie (Financial fixed assets), attivo circolante (Current Assets), ratei e risconti (Accruals and Deferrals) conto economico (Profit & Loss Account) con i vari costi e valori di produzione (production costs/ production values), oneri e proventi finanziari (financial income and expenses) ecc…
La seconda parte riguarda invece la Nota Integrativa al bilancio (Notes to the Accounts) che è molto lunga e dettagliata e dove si trovano anche tabelle (tables) che dettagliano le rimanenze (inventories), crediti (receivables) e debiti (payables) verso terzi con tutte le relative voci (distinction by maturity, distrinction by geographical areas ecc…) e nella parte finale si trova la destinazione del risultato dell’esercizio (allocation of the yearly results) con le voci in percentuale della riserva legale (legal reserve) che è ora obbligatoria per legge al 5% e riserva straordinaria (extraordinary reserve fund). 

Ci sarebbe molto altro da scrivere. I bilanci non sono banali da tradurre perché, oltre ad essere testi lunghi e complessi, dove la terminologia accurata e specifica è un MUST, sono molto ricchi di informazioni riservate dell’azienda e il traduttore deve mantenere una certa professionalità e riservatezza nel svolgere la traduzione. Oltre a non scrivere strafalcioni, bisogna stare attenti a riprodurre fedelmente ogni singolo dato e tabella, quindi occorre la massima attenzione e concentrazione.

domenica 21 luglio 2013

Breve riflessione sul mestiere dell'interprete



Ieri sera mi sono ritrovata a leggere un libro che ho comprato di recente. Parla dei vari servizi linguistici esistenti e nella prefazione mette l’interprete e il traduttore a confronto, il che è molto interessante. 

La prima grande differenza, come sappiamo, è che il traduttore traduce testi scritti, mentre l’interprete (consecutivo, simultaneo, chuchotage ecc..) traduce testi orali. Ma ovviamente, mentre il traduttore si deve comunque attenere al testo e non può decidere di omettere delle frasi o concetti, l’interprete sulla base della sua bravura/esperienza può decidere quali omettere. Oggi vorrei spendere due parole sull’interprete

Ovviamente bisogna evitare di omettere numeri (cifre, date …) quando si riproduce oralmente durante una trattativa, un convegno, una guida ecc., perché i numeri sono molto importanti per focalizzare il quadro della situazione e relative statistiche in certi contesti. Altra cosa, durante l’interpretariato l’importante è esprimere il concetto di base del messaggio e non ha importanza se non si riproduce fedelmente, parola per parola, quanto è stato detto. 

Può essere rischioso tradurre un messaggio in modo errato se non si è capito bene, visto che in certe situazioni dopo si rischia una brutta figura perché a quel punto è difficile tornare indietro  e correggere il tiro (ad es. capire in un chuchotage che una procedura per la lavorazione di un materiale sia in un certo modo e poi correggersi solo più tardi quando un termine o un passaggio evidente della lavorazione ci fanno intuire che non avevamo capito niente o quasi di quando tradotto a voce e quindi l’interprete si trova costretto a rispiegare tutto, facendo perdere tempo a chi lo deve ascoltare, sembrando poco competente). Lo stesso vale in situazioni di interpretariato medico, dove si potrebbe mettere a rischio la vita di un paziente se si traducono dosi sbagliate di un farmaco o il tipo di farmaco da somministrare. 

Un fatto simile può accadere all’interprete di conferenza, che ascoltando in cuffia i relatori di una tavola rotonda, ad un certo punto a causa di un dialetto stretto/troppi slang o di una velocità troppo elevata dello speaker non riesce più a stare dietro ad un discorso e si zittisce. Se si sta facendo interpretariato simultaneo è preferibile riprodurre un messaggio più in generale e poi cercare di recuperare successivamente le informazioni ‘perse’ sulla base delle informazioni fornite a mano a mano da chi parla, così chi ascolta la traduzione non riuscirà a percepire che ci sono stati dei gaps di comprensione. Questa tecnica di recupero viene con gli anni di esperienza e di studi approfonditi nel settore. 

Per l’interpretariato consecutivo invece in alcuni casi si può ricorrere al sistema di notazione (nelle scuole di mediatori linguistici questa tecnica viene sempre insegnata e anch’io l’ho praticata); l’interprete prende appunti su quello che ascolta e sulla base dei dati e simboli specifici annotati riproduce in seguito il discorso di chi ha parlato. Sicuramente è meno stressante di un lavoro in simultanea, perché l’inteprete ha il tempo di riorganizzare mentalmente tutte le informazioni e poi rielaborarle nella lingua di destinazione durante e dopo la fine del messaggio. Per fare un esempio, nel 2011 ho svolto interpretariato consecutivo di trattativa presso uno studio notarile di Lucca, con 4 persone che dovevano accordarsi per vendere/comprare dietro contratto di compravendita, e il sistema di notazione per numeri e date in quel caso mi è sembrato davvero utile.

Poi c’è la tecnica del voiceover, quella applicata nelle interviste o nei documentari ad esempio, dove in sottofondo si percepisce appena la voce di chi racconta in lingua originale e a volume più alto la traduzione italiana orale registrata che spicca sull’altra e ci fa capire il messaggio. Recentemente un’azienda in provincia di Pisa mi ha chiesto questo servizio per tradurre a voce un’intervista a un signore straniero sui campi di concentramento per realizzare un documentario/diario storico. Lì ho sintetizzato con calma sulla base delle informazioni centrali, tralasciando le cose che non importava tradurre.

A livello di stress, quello dell’interprete simultaneo/consecutivo/di chuchotage è sicuramente un mestiere che può creare più stress nel momento in cui opera. L’ansia di sbagliare - se si è di fronte a una situazione sulla quale siamo poco preparati oppure se non siamo molto esperti - può giocare brutti scherzi. Meglio non farsi prendere dal panico quindi, e cercare di arrivare al momento X preparati e con fiducia nelle proprie capacità. 

La cosa migliore per un interprete (e che lui/lei stessa dovrebbe sempre richiedere) è una scheda o del materiale su cui prepararsi e basarsi per ‘non andare al buio’, sapere bene di cosa stiamo parlando e chi sono i relatori, un tema generale del loro discorso ecc…se non vogliamo imbatterci in situazioni che potrebbero creare errori di comprensione e una conseguente errata traduzione orale.

Non accettare incarichi che potrebbero non essere alla nostra portata è sicuramente una scelta matura e consapevole, perché eviteremo di perdere la nostra reputazione e professionalità conquistata pian piano. Meglio proporsi per meno settori, ma fare una bella figura quando siamo operativi.

Tradurre l'arte



Una delle mie principali specializzazioni è proprio l’arte e la traduzione di materiale attinente a questa disciplina. All’università ho tradotto dal Tedesco e dall’Inglese saggi sull’arte, schede di tecniche pittoriche, testi di critica, filosofia del pensiero artistico, ma - ancora più importante – ho esperienza pratica in questo settore; visito ogni anno mostre d’arte e ho sostenuto esami universitari quali metodologia della critica d’arte, iconografia e iconologia, museologia e collezionismo, storia dell’arte del paleolitico, arte medievale, moderna e contemporanea
Tutti questi esami prevedevano lo studio dei termini del settore e testi anche in Inglese. Per il tedesco, durante la frequenza al corso di laurea specialistica, ho frequentato laboratori pratici di traduzione di saggi dal tedesco sui maggiori artistici e filosofi del pensiero dell’arte. Oltre a geografia turistico-economica e filologia germanica, gli esami di arte sono stati davvero belli e accattivanti per me, perché mi hanno preparata su un settore affascinante e in continua scoperta; ho acquisito la giusta competenza terminologica e quel sapere che serve per poter affrontare certi tipi di traduzione artistica.