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martedì 19 marzo 2013

Uno breve sguardo ai prodotti editoriali e al traduttore

Che cosa ci salta subito in mente quando si sente pronunciare 'tradurre per l'editoria'?
In effetti pensiamo ai romanzi, ai saggi, alla narrativa, letteratura per bambini e ragazzi...invece no! Non è solo quello, così sarebbe troppo riduttivo se ci pensiamo bene.
In realtà c'è un vero e proprio mondo dietro quell'espressione. Riporto qui alcuni esempi.
Ci sono quotidiani, settimanali, bisettimanali, mensili, fascicoli di dècoupage, cucito, collezionismo, sport dell'edicola; le pubblicazioni digitali come i DVD, CD, riviste online...e quelle che nascono fuori da una casa editrice, che però hanno delle caratteristiche che ci consentono di catalogarle ugualmente come prodotti dell'editoria (es. i cataloghi alimentari che ci consegnano a casa porta a porta o i listini plastificati di cancelleria o altri prodotti aziendali che contengono didascalie, prezzi e immagini).
Insomma avete capito, un mondo da esplorare e da apprezzare nella sua diversità.
La letteratura per l'infanzia si colloca certamente nel filone di quella letteraria, però spesso è ancora sottovalutata a livello di importanza e difficoltà, poichè rivolta ad un pubblico più esiguo di piccoli lettori che utilizzano linguaggi più semplici e non sempre viene riconosciuta come un genere letterario a tutti gli effetti e che necessiti di traduttori specializzati. Cosa che io non condivido, perché tradurre per l'infanzia richiede una buona formazione alle spalle, una capacità di trasmettere messaggi educativi e non volgari, saper trovare dei traducenti corrispondenti idonei per la lingua d'arrivo (anche a livello concettuale e culturale) e tante altre cose.
Certamente chi traduce per l'editoria può ritrovarsi oggi a tradurre un romanzo, domani un catalogo di una mostra d'arte, dopodomani gli viene proposto un libro di cucina. Quindi deve sapersi destreggiare con i vari linguaggi, stili e terminologie specifici del settore in cui si va a imbattere di volta in volta. Deve essere un misto tra un traduttore tecnico e un traduttore letterario, e sapersi adattare alle nuove opportunità che gli vengono offerte. Può essere una bella sfida con noi stessi, ma sicuramente molto stimolante.

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