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mercoledì 20 marzo 2013

Perdite e compensazioni nella traduzione

Proprio Sabato scorso, mentre facevo il mio corso, mi sono imbattuta in una frase contenente un termine tedesco per cui non esiste un rispettivo traducente italiano. Però eliminando quella frase e compensando con quella successiva, il testo continuava a 'funzionare', perché tale frase non dava un'informazione in più al testo ma specificava un concetto che veniva ripreso dalla frase successiva, per cui eliminando la frase 'ostica' niente sarebbe successo e non avremmo tolto al testo alcuna specificazione. 
In questi casi possiamo osare e 'tagliare' via quello che non è possibile 'localizzare'...
Invece, dal testo di Umberto Eco 'Dire quasi la stessa cosa' mi viene proprio in mente la parola inglese cottage intesa come alle origini (casa di contadini nel bosco) e riferita all'abitazione con tetto in legno e muri di pietra. In Italiano tradurre con capanna non andrebbe bene, perché la capanna è tutta di legno o arbusti/fieno nel nostro immaginario, e il cottage inglese in un bosco, pur essendo una dimora rustica, non è di certo così. 
Allora il termine casupola che si legge dal dizionario http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/C/CA/casupola.html  n.f. [pl. -e] casa piccola, abitata da gente modesta è quello che più si avvicina al termine di cottage, perché con casupola è intesa una casettina piccola e di pietra; in questo modo riusciamo a recuperare una parte del significato, ma perdiamo l'elemento del legno. 
Ma si sa, nella traduzione tra due lingue e culture diverse può accadere anche questo...

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