Tradurre testi economico-commerciali, quali termini e condizioni, lettere import-export, lettere di presentazione con annessi cataloghi di prodotti o servizi, accordi tra due parti, preventivi/ordini o disdette, è molto interessante per il traduttore, che in quanto mediatore linguistico-culturale deve in un certo senso 'localizzare' anche certi tipi di documenti in base ai prodotti venduti in un Paese e poi esportati in un altro.
Un esempio che subito mi viene in mente è quello dei nomi dei videogiochi sui cataloghi/siti web o di alcune derrate alimentari (es. biscotti al cioccolato americani/salse speziate) o prodotti igienici che all'Estero si chiamano in un modo e qui li ritroviamo con altri nomi perché adattati alla cultura italiana.
Tradurre testi commerciali ai fini import-export comporta la necessità di fare molte ricerche online e di avere la consapevolezza che molti nomi o termini potrebbero avere un traducente corrispondente in italiano, che va obbligatoriamente utilizzato affinché il testo venga accolto culturalmente e il prodotto venga 'inquadrato' bene nel Paese di destinazione.
Tradurre ordini o preventivi per aziende, oltre a una conoscenza del linguaggio commerciale, richiede attenzione al dettaglio e un po' di dimestichezza anche a ricreare tabelle o listini se abbiamo un documento source solo cartaceo o in PDF immagine.
Nel tradurre testi sulla logistica invece ci sono poi casi in cui ci si ritrova a tradurre documenti commerciali con sigle specifiche quali gli INCOTERMS (da INternational COmmercial TERMS). Su questi vorrei spendere due parole, per chi non sapesse di preciso cosa siano.
Gli Incoterms - che ho avuto modo di imparare durante il Master alla SSML - sono appunto sigle commerciali in Inglese relativi al commercio import-export che sono riconosciuti a livello mondiale e sono utilissimi per dogane, banchine portuali, aziende che devono organizzare spedizioni via mare, aria, terra tra un Paese e l'altro.
Non ammettono errori e ogni parte coinvolta, ovvero venditore, trasportatore, dogana, acquirente e assicurazione ha una precisa responsabilità giuridica. Si possono trovare sulle etichette degli imballaggi dell'azienda, oppure sui D.D.T. degli spedizionieri o anche in fatturazione (se richiesto).
Un esempio che subito mi viene in mente è quello dei nomi dei videogiochi sui cataloghi/siti web o di alcune derrate alimentari (es. biscotti al cioccolato americani/salse speziate) o prodotti igienici che all'Estero si chiamano in un modo e qui li ritroviamo con altri nomi perché adattati alla cultura italiana.
Tradurre testi commerciali ai fini import-export comporta la necessità di fare molte ricerche online e di avere la consapevolezza che molti nomi o termini potrebbero avere un traducente corrispondente in italiano, che va obbligatoriamente utilizzato affinché il testo venga accolto culturalmente e il prodotto venga 'inquadrato' bene nel Paese di destinazione.
Tradurre ordini o preventivi per aziende, oltre a una conoscenza del linguaggio commerciale, richiede attenzione al dettaglio e un po' di dimestichezza anche a ricreare tabelle o listini se abbiamo un documento source solo cartaceo o in PDF immagine.
Nel tradurre testi sulla logistica invece ci sono poi casi in cui ci si ritrova a tradurre documenti commerciali con sigle specifiche quali gli INCOTERMS (da INternational COmmercial TERMS). Su questi vorrei spendere due parole, per chi non sapesse di preciso cosa siano.
Gli Incoterms - che ho avuto modo di imparare durante il Master alla SSML - sono appunto sigle commerciali in Inglese relativi al commercio import-export che sono riconosciuti a livello mondiale e sono utilissimi per dogane, banchine portuali, aziende che devono organizzare spedizioni via mare, aria, terra tra un Paese e l'altro.
Non ammettono errori e ogni parte coinvolta, ovvero venditore, trasportatore, dogana, acquirente e assicurazione ha una precisa responsabilità giuridica. Si possono trovare sulle etichette degli imballaggi dell'azienda, oppure sui D.D.T. degli spedizionieri o anche in fatturazione (se richiesto).
Il bisogno di imporre delle regole precise riguardo ai relativi diritti/doveri e di capire chi debba sostenere le diverse spese ha portato alla formazione di una lista di sigle, suddivise in gruppi, ben definite:
Riporto qui le diciture varie da Wikipedia, chiarite per esteso anche, e un link utile www.unex.it/pdf/documenti/incoterms/termini_incoterms.pdf con le traduzioni e spiegazioni degli stessi.
INCOTERMS
Riporto qui le diciture varie da Wikipedia, chiarite per esteso anche, e un link utile www.unex.it/pdf/documenti/incoterms/termini_incoterms.pdf con le traduzioni e spiegazioni degli stessi.
INCOTERMS
- Gruppo E - (Derivato da ex, partenza):
- EXW. Ex Works (località)
- Gruppo F - (derivato da Free, trasporto non pagato):
- FCA. Free Carrier (località)
- FAS. Free Alongside Ship (porto specifico di partenza)
- FOB. Free On Board (porto specifico di partenza)
- Gruppo C - (derivato da Cost, trasporto pagato in partenza):
- CFR. Cost and Freight (porto specifico di arrivo)
- CIF. Cost, Insurance and Freight (porto specifico di arrivo)
- CPT. Carriage Paid To (punto specifico di arrivo)
- CIP. Carriage and Insurance Paid to (punto specifico di arrivo)
- Gruppo D - (Derivato da Destination, arrivo):
- DAF. Delivered At Frontier (confine specifico)
- DES. Delivered Ex Ship (porto specifico)
- DEQ. Delivered Ex Quay (porto specifico)
- DDU. Delivered Duty Unpaid (località)
- DDP. Delivered Duty Paid (località)
Sempre per la logistica, segnalo il famoso www.dizionariologistica.com EN><IT che può essere utile, oppure anche il glossario sigle aeroportuali http://www.abc-transportsweb.net/glossario-aerop1.html con le relative spiegazioni in Inglese.
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